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La ricerca e' progredita nel campo allergologico? Nell'individuazione delle cause scatenanti o nella cura?

Notevoli progressi si sono fatti in campo allergologico. Con lo sviluppo delle tecnologie ricombinanti e' stata possibile l'identificazione delle singole molecole allergeniche e la possibilita' di una loro produzione in vitro. Se fino a poco tempo fa si stabiliva genericamente se un paziente era allergico a un polline o a un alimento, attualmente e' possibile identificare verso quale molecola il paziente e' sensibile, e definire il suo profilo allergologico. Molecole ricombinanti o estrattive altamente purificate sono ora disponibili, applicate sia a sistemi diagnostici tradizionali (ImmunoCAP®), sia a nanotecnologie (microarray). La diagnostica molecolare con sistemi tradizionali trova utilizzo quando si desidera distinguere tra co-sensibilizzazioni e cross-reattivita', soprattutto in caso di polisensibilizzazione a pollini (cioe' persone che hanno un numero di allergeni molto elevato) evidenziata tramite prick test. Si puo' quindi stabilire quale paziente giovera' di piu' di una determinata terapia e formulare una prognosi riguardo alla gravita' delle reazioni ad alimenti identificando le sensibilizzazioni verso allergeni termostabili e/o verso allergeni stabili alla digestione peptica. Con i microarray si favorisce lo studio simultaneo di piu' molecole allergeniche. La piccola quantita' di siero utilizzata nel test e' particolarmente utile nei casi in cui non siano disponibili grandi quantita' di siero (ad esempio per monitorare l'esordio e lo sviluppo delle allergie nella prima infanzia). Tale tecnologia, pero', e' ancora all'inizio e richiede un'attenta validazione clinica, prima che possa trovare applicazione su ampia scala. In termini terapeutici l'immunoterapia specifica e' considerata l'unico trattamento in grado di combattere la causa delle allergie respiratorie; negli ultimi anni e' stato suggerito che l'immunoterapia sublinguale potrebbe essere utilizzata nella rinite e nell'asma su base allergica con altrettanta efficacia dell'immunoterapia sottocutanea ma con maggiore sicurezza, maneggevolezza e facilita' d'uso. Il paziente puo' assumere comodamente a casa la terapia scevra di effetti collaterali importanti. Nel 2008 poi e' stato introdotto in commercio un vaccino per il trattamento della rinocongiuntivite allergica da graminacee in compresse, che e' il primo vaccino sublinguale registrato come farmaco presso la Comunita' Europea. Tra i trattamenti di ultima generazione, si annovera l'omalizumab, un anticorpo ricombinante che si va a legare alle IgE ed e' attualmente impiegato come terapia aggiuntiva per migliorare il controllo in pazienti adulti e adolescenti (dai 12 anni di eta' in poi) con asma allergico grave in presenza di IgE specifiche per un determinato allergene, quando il trattamento farmacologico assunto in maniera corretta e costante dal paziente risulta inadeguato. L'aggiunta dell'omalizumab alla terapia seguita dal paziente ha migliorato la qualita' di vita di pazienti affetti da asma grave, limitando le esacerbazioni e gli accessi in pronto soccorso.

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